Consacrarsi al Divino

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L’individuo forte, la cui mente è aperta e il cuore è saggio, può non aver bisogno di una guida che lo obblighi ad affrontare il suo fato. Per l’uomo forte, è la vita stessa che spesso risponde con circostanze eccezionali obbligandolo ad attraversare inevitabili crisi.

Lo stesso discepolo, che confida nel suo centro interiore e nella sua potenziale divinità, nel percorso di risveglio può scegliere la sofferenza volontaria per accettare gli attriti della vita ed accelerarne i confronti da cui si generano una crisi evolutiva dietro l’altra.
Il pericolo sempre in agguato è che, sotto tensione e stress, si possono fare scelte sbagliate o che, incapaci di prendere una ferma decisione per stanchezza interiore, ci si aliena dalla Realtà.
Tuttavia, non esistono decisioni sbagliate se guidate dalla sincerità e aperte a qualsiasi cosa possa accadere. Se i risultati delle nostre azioni sono collocati sull’altare interiore della devozione al Divino, sta al Divino accettare o respingere le nostre offerte.

La vita dell’uomo che si è consacrato di sua volontà al discepolato crea crisi profonde.
Le crisi sono portali attraverso i quali dobbiamo passare; quello che conta è la qualità essenziale di come siamo disposti ad attraversarli.

 

“Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse.”

Platone

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La Compagnia d’Altrove

 

 

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